giovedì 30 aprile 2009

Dedicato....a me

...qualcuno di molto speciale mi dedicò tempo fa queste meravigliose parole...Grazie, ovunque tu sia

Dove riposano i miei pensieri se non da te,
piccolo porto al riparo del mare, tra la bruma?
La tempesta ha infuriato, ma no,
ancora un'altra luna,
non hai lasciato la cima
Salda, anche se tesa, l'hai tenuta
scorticandoti una volta di più le palme e le dita,
in silenzio hai urlato il dolore,
in fondo, laggiù nel buio cunicolo
la voce echeggiava, destava,
la veglia mi impediva di assopirmi
per entrare nel sonno e dimenticare tutto al risveglio,
e perderlo per sempre.
Non sono parole degne di una regina,
nè versi da giullare di corte,
sono parole di ringraziamento
a chi ancora una volta
ha dimostrato di essere, più che sembrare,
Nulla di più, nulla di meno.

domenica 26 aprile 2009

Chi decide la nostra vita?


Tra i vari modi in cui si può vivere quel dono meraviglioso che è la vita, c'è anche quello di chi la dà in gestione.

Un po' come si fa con i propri risparmi, quando si pensa di non essere in grado di gestirli senza fare spese avventate o investimenti sbagliati: allora li si affida a una banca, a un consulente, a una finanziaria, confidando in chi dovrebbe avere maggior perizia, o esperienza per amministrarli al meglio.

Si può decidere di consegnarli tutti, o di trattenerne una parte da gestire comunque in proprio, in caso di danni questi saranno limitati, mentre in caso di successo, questo varrà il doppio, per la soddisfazione di essere tutto dovuto alla nostra iniziativa.

Alcuni di noi fanno lo stesso con la loro vita, anche se non tutti consapevolmente.

Raggiunta la maggiore età, perchè prima non fa testo, lasciano che la propria vita sia gestita e decisa da altre persone: genitori, parenti, coniugi, datori di lavoro, figli, per alcuni anche amici, amanti, e spesso non si trattengono nemmeno una piccola parte per sè. Non una decisione, non un po' di tempo, anche quando ritengono di decidere in realtà è tale l'influenza di chi sta loro intorno che molto probabilmente, se fossero soli, sceglierebbero diversamente.

Il vantaggio è che se si è insicuri, si sta più tranquilli riguardo alla possibilità di "sbagliare". Lo metto tra virgolette, perchè in realtà penso che a volte poter sbagliare, nella vita, sia comunque un privilegio e un'opportunità, un segno di libertà.

Ma proprio come gli investitori a volte sbagliano nel gestire il nostro denaro, può succedere che queste persone che abbiamo scelto come "amministratori" del nostro dono prendano decisioni, anche in buona fede, che magari per loro sono giuste, ma che non si rivelano essere le migliori per noi. E del resto, che cosa pretendiamo? Gliel'abbiamo affidato noi, il nostro prezioso tempo, il tesoro più prezioso che abbiamo, e forse avremmo dovuto pensare a trattenere per noi quella famosa percentuale, quella che ci lascia lo spazio per sognare, per evadere, per avere un po' di tempo e un po' di vita che sia tutta nostra e di chi decidiamo noi.

E' così che dopo un po' di anni, visto che proprio come il denaro anche la vita finisce dopo un po' che spendi, quando ci viene naturale fare un po' di bilanci, e guardare indietro quello che è stato, non possiamo gioire completamente delle scelte felici, nè rammaricarci di quelle che si sono rivelate sbagliate; possiamo solo valutare se abbiamo azzeccato l'unica scelta che sia dipesa da noi: quella delle persone a cui dare in gestione la nostra unica e preziosa vita.


sabato 25 aprile 2009

Un altro mare




Altro mare
ma con le stesse onde
lo stesso profumo,
le stesse emozioni
Ti troverò mai?

Altro scoglio, altro porto
altro sole, altra stella
altro abbraccio caldo
altro bacio morbido
Ti troverò mai?

Altro cuore
diverso ma uguale al mio
altro sguardo
profondo e sincero fino al dolore,
altro vivere tormentato ma vivo,
ardente, che bruci con me
Mi troverai mai?

Ora che l'onda del mio mare
si allontana
che il mio scoglio si confonde nella nebbia
non ho più porto, non ho più sole
non ho più stelle
Mi siedo sola sulla riva,
e aspetto.

giovedì 16 aprile 2009

White Flag


Una candida bandiera sventola
affissa sulla cima della mia anima
dopo tanto resistere, lottare,
afferrare con le unghie, strappare con i denti
ogni possibile piccolo brandello di te
della tua anima
mi sono arresa.

E guardo questo bianco stendardo
seguire ogni capriccio del vento
frenetico ma immobile, la sua asta piantata nel mio cuore
Il suo movimento mi confonde
sovrapponendosi all'alternanza di immagini
che come diapositive di un tempo felice
scorrono nella mia mente senza sosta

Potrà mai un candido drappo morbido
con movimenti lenti ma costanti e decisi
cancellare la lavagna affollata dei miei ricordi,
dei miei pensieri, delle immagini di te
che ho amato più di me stessa,
ma che non ho potuto avere?

scritta il 17/5/2008

martedì 7 aprile 2009

A occhi chiusi...


Cammino veloce sul marciapiede finalmente illuminato da un tiepido sole...sento il suo calore sulla pelle, la sensazione gradevole mi spinge a rallentare, chiudere gli occhi e girare un po' il viso verso l'alto...
Non appena il velo delle palpebre mi nasconde la vista di ciò che mi circonda, inevitabili, mi arrivano le immagini di te, il tuo pensiero, la tua scia.

Sono belli oggi, i pensieri, sarà merito del sole e del cielo sereno, sono talmente belli che sento il desiderio di fermarmi, per concentrarmi meglio, e incurante degli sguardi perplessi di qualche raro passante, approfitto di un basso muretto che costeggia un piccolo giardino, mi siedo e appoggio la guancia alla parete calda del muro adiacente...I
miei occhi restano chiusi, e ora mi sembra di sentire un soffio di aria tiepida sul viso, vedo passare immagini di cielo, senza nuvole, e poi ci sei tu, vicinissimo a me tanto da sfuocare l'immagine, cerco lo sguardo che mi fa impazzire, immagino l'imminente contatto delle tue labbra, le tue mani che subito dopo percorreranno la mia pelle apprezzandone ogni centimetro quadrato, valutando i brividi leggeri che ti parlano del mio desiderio...

La sirena di un'autoambulanza che passa nella strada adiacente mi scuote quasi spaventandomi, apro gli occhi e d'un tratto tutto scompare, mi serve un attimo per ricollocarmi nel luogo dove sono realmente, sola e appoggiata al muro in modo vagamente innaturale, tanto che mi alzo di scatto e riprendo a camminare, un po' intontita, con l'aria ebete di chi ha appena fatto un bellissimo sogno, e ne conserva il piacevole ricordo.

Sono sola, sul marciapiede assolato, ma il pensiero di te non è andato via, mi accompagna dolcemente e so che lo farà per il resto della giornata.
Non ci sei, ma ci sei, con me, sempre.

venerdì 3 aprile 2009

Mi guardo senza te


Mi guardo senza te.

Come in uno specchio che non mi riflette

Come nel tondo di un pozzo

che invece della mia immagine

rimanda dal pelo dell'acqua

bagliori indistinti.


Mi guardo senza te,

e non mi vedo.

Il tramonto è meno rosso

le sue ombre lunghe sembrano tristi

come i miei pensieri

che si allungano a cercare

il ricordo dei tuoi.


L'anima smarrita chiede

la sua metà perduta

I miei occhi senza piu luce

cercano il tuo sguardo gemello

indugiando bassi verso terra

per ritrovare almeno la tua ombra

che ricordano amica.


Mi guardo senza te

e dolci parole mi muoiono sulle labbra

senza il conforto di un sorriso

Il corpo fluttua come senza peso

in una dimensione irreale,

nuvole e polvere,

Vento mi prende e mi porta con sè.


Mi guardo senza te

e non mi piace

Fa che non diventi reale

questo scorrere veloce di immagini

Lascia vicino a me

la mia metà che è tua

la tua metà che è mia

almeno nei pensieri

per sempre.


scritta il 15 luglio 2008

mercoledì 1 aprile 2009

Sei la mia Stella


Ecco il mio primo racconto, scritto il 20 febbraio 2008. Persone e circostanze mi portano in contesti diversi a provare le stesse emozioni di allora, a rievocare immagini che non sono mai andate via, forse solo un po' offuscate dal tempo e dagli eventi. Ecco perchè ho deciso di pubblicarlo qui, oggi.

>>> Ehi… >>> Ciao Amore...
>>> Ciao Amore

>>> Ti sono mancato oggi?

>>> non sai quanto...
>>> Allora dimmelo...

>>> mi manchi come il mare alla sabbia e come la pioggia alla terra riarsa, come avere sete e non bere mai abbastanza...


Sono le 18 circa, l'ufficio comincia ad essere buio e silenzioso, e sullo schermo la finestrella bianca della chat sembra prendere una luminosità diversa, come se brillasse, o forse sono i suoi occhi, un po' stanchi dopo una giornata di lavoro, che la vedono scintillare ogni volta che compare il nome di lui, la sua piccola foto che inquadra solo lo sguardo fiero contro il sole, non il viso intero, non un sorriso.

Non è da molto che si conoscono, ma da quando le loro identità virtuali si sono incontrate in uno dei mille meandri della Rete, è stato un crescendo di contatti, un cercarsi ovunque, un condividere pensieri ed emozioni su tutti i canali possibili, informatici prima, poi telefonici, poi la decisione di incontrarsi per capire, per sentire se le vibrazioni percepite da lontano erano effettivamente positive, all'unisono...
La prima volta che avevano sentito qualcosa scattare tra loro al di là del computer, che si erano resi conto che una fiamma si stava accendendo, la scintilla era stata una canzone…

>>> Sto ascoltando una canzone…ascoltala anche tu

>>> Che canzone è?

>>> Si chiama “Mad World”…

>>> Sì, ora la sto ascoltando anch’io…è bellissima…mi fa un effetto strano, è come se mi ipnotizzasse…


E’ così che avevano iniziato a scambiarsi canzoni, mai scelte per caso, ognuna diversa, e ogni volta la più appropriata per sottolineare un momento, un discorso, un sentimento.

Tante le differenze, il tempo, lo spazio, tanti i vincoli e le difficoltà, due vite avviate in momenti diversi su due strade parallele, diverse, che uno strano destino faceva ora intersecare, per chissà quale disegno, per chissà quanto tempo, verso chissà quale destinazione...Ma tante erano le coincidenze, talmente tanti i punti di contatto, le affinità, che risaltavano di piu' su sfondi così diversi, come macchie di cielo dello stesso azzurro riflesse in acque con fondali differenti, come rare conchiglie identiche in mezzo ai sassi multicolori sulla riva del lago, così tante che sembrava naturale assecondarle.

Che emozione poi la prima telefonata, sentire la voce uno dell’altra, gli accenti diversi e tante cose da dirsi, talmente tante da avere l’impressione di non riuscire a dirle tutte, si accavallavano, si sovrapponevano, e il tempo, quello no, non bastava mai…Dopo quel giorno si chiamarono spesso, ogni volta che potevano, e ogni minuto era buono per parlarsi, ognuno col suo stile, ognuno nelle sue corde, ma entrambi magicamente capaci di captare distintamente le dolcissime vibrazioni che solo un sentimento genuino e profondo può aggiungere alle parole…

“Come sta la mia donna stasera?”

“Bene, e tu?”
“Ma com’è che mi manchi così tanto?”
“Mi manchi anche tu…”

“Ricordati sempre che sei la mia stella”

“Me lo ricorderò…”


Naturale condividere le proprie emozioni, parlare delle proprie passioni, di cio’ che ad ognuno rendeva la vita migliore e un po’ più degna di essere vissuta…Lui amava correre, le raccontava con entusiasmo la sensazione di armonia totale con l’ambiente circostante e con se stesso che a volte raggiungeva dopo una bella corsa, incurante del freddo, della pioggia, della stanchezza dopo una giornata di lavoro. Lei amava cantare, suonare, incideva canzoni per lui anche se con voce incerta e qualche errore nell’accompagnamento, ma per lui era la musica più dolce che avesse mai ascoltato, perché qualcuno l’aveva cantata soltanto per lui, come nessuno mai aveva fatto prima, e come forse nessuno avrebbe mai più fatto…

>>> Lo sai cosa sei riuscita a fare?
>>> No, cosa?

>>> Mi hai fatto piacere una canzone in francese, una cosa che non avrei mai creduto possibile…

>>> Beh, ma è molto bella…

>>> Ogni cosa francese mi ricorda te…

>>> Chissà forse sarà così per sempre…


Che cosa meravigliosa era stata il loro primo incontro, dopo appena un mese, scendere dalla macchina e vedersi, guardarsi, lei gli aveva consegnato un CD con le loro canzoni, tra uno sguardo timido e una frase impacciata, tra una carezza incerta e un inciampare ad ogni passo per l’emozione, l’emozione di ritrovarsi come se fossero stati separati per errore tanto tempo prima, sapendo che il momento di ricongiungersi sarebbe arrivato prima o poi, che lo stavano vivendo lì e ora… Dopo il primo abbraccio entrambi ebbero coscienza che nulla sarebbe mai più stato come prima, perché già solo sapere della reciproca esistenza avrebbe cambiato il loro cuore per sempre. E dopo un minuto che si erano salutati, già si chiedevano entrambi quando si sarebbero rivisti…

Fu lei la prima a rendersene conto, che dal primo momento in cui apriva gli occhi la mattina fino all'ultimo battito di ciglia prima di scivolare nel sonno, tutti i suoi pensieri erano per lui, nonostante la vita preesistente, che continuava a scorrere, con i suoi tempi, i suoi luoghi, le sue persone, che richiedeva attenzione, concentrazione… il pensiero era sempre lì, costante, a farla sentire speciale, incredula, coccolata, importante...come mai si era sentita, come la fortunata protagonista di una favola meravigliosa, come una stella luminosa nel cielo, la sua stella.

Fu lui il primo a sentire il conflitto, il raro stridere delle situazioni laddove si andavano a sovrapporre, il dubbio che le difficoltà potessero rivelarsi troppo grandi, che le strade tracciate fossero ormai incise cosi profondamente da non poterle più cambiare, da non poter riportare quei due percorsi a sovrapporsi in un'unica traccia che li conducesse insieme verso la promessa di una felicità mai raggiunta prima e altrimenti irraggiungibile.

>>> Sono triste stasera…
>>> Come mai?

>>> Ho pensato che non potrò mai averti come vorrei…

>>> Mai dire mai…Pensi che potremmo lasciarci?

>>> No, no, no, questo mai…noi siamo legati per sempre…tu sei l’altra metà della mia anima…Lo farei solo se me lo chiedessi tu

>>> Io non te lo chiederò mai, abbi fiducia perché ti amo…

>>> L'importante nella vita è riconoscere le cose speciali che ti capitano e goderne appieno… io la prima parte l'ho fatta, ora aiutiamoci nella seconda….


Quando non si potevano parlare perché il tempo tiranno che scandiva le loro vite non glielo consentiva, ne approfittavano per scriversi, lettere ora lunghe ora brevi, ora allegre ora gravi, ma sempre appassionate, sempre uniche e meravigliose… Lui, poeta, lasciava correre sul foglio il flusso ininterrotto delle immagini che la sua mente proiettava come su una tela bianca e infinita, alimentato dal pensiero di lei…

Ogni mattina tu sorgi dentro di me come una di queste meravigliose albe, con colori bellissimi che anche se fuori fa freddo, dentro danno una sensazione di calore, i colori del fuoco, sì, quelli che mi piacciono, che parlano di emozioni e vibrazioni come solo tu mi sai dare. Sei diventata la donna della mia vita, il mio amore, ma chissà se sarà un amore impossibile e resterà tale per sempre, o se davvero ha un motivo per essere nato e cresciuto come il nostro. Non posso stare senza pensarti, non posso stare senza parlarti, non posso stare senza vederti....mi manchi come mai prima d'ora, non posso poggiare lo sguardo vicino a me senza vedere la tua ombra, sentire i tuoi passi e il tuo profumo…

Il nostro è un amore speciale anche se difficile, un fiore raro che sboccia una volta nella vita, se non sei attento, se manchi il momento, rischi di perderlo. Lo riconosco senza parole, senza vederlo, perchè esso cresce dentro di me e ha il tuo nome… ”

Lei era più restia a lasciar uscire la potenza e la dolcezza insieme dei suoi sentimenti, le sue parole si incastravano tra le reti della timidezza, e non aveva la sua vena poetica, niente di paragonabile, le sue parole erano più vicine a terra, meno inebriate di rugiada, anche se talvolta leggendo i pensieri meravigliosi che lui le dedicava, una piccola sorgente scaturiva inaspettata con un rivolo d’argento, qualche parola per trasmettergli quello che aveva nel cuore, quello che cercava in realtà di passargli più attraverso il tono della voce, il calore delle mani le rare volte che era possibile, e che sperava che venisse comunque percepito, anche a distanza, come tante tante cose, talmente coincidenti da non poterci credere …

che meraviglia le tue parole, ancora una volta ho aperto la mail come un fazzoletto di seta con gli angoli ripiegati verso l'interno, li sollevo uno a uno per vedere se c'è qualcosa, e trovo la splendida gemma che hai lasciato li per me...

Che sorpresa trovare ogni volta le rare occasioni di incontro, cercare i segni e le coincidenze che ne permettevano la concretizzazione, dopo gli iniziali timori di qualche evento inatteso, di problemi che annunciati poi si dissolvevano regolarmente, lasciando il posto ad un cielo senza nuvole con il sole che splendeva e sembrava scaldare la loro strada. Ogni volta l’attesa, quell’attesa che lo scorrere del tempo rendeva via via più dura preparando la gioia immensa del momento, il momento in cui gli sguardi, gemelli, si sarebbero incontrati e trafitti attraverso i cristalli, due soli secondi, occhi negli occhi prima di riabbassare lo sguardo a sistemare le cose nell’auto, e scendere per abbracciarsi ogni volta come il primo giorno…

“Com’è cambiata la mia vita…” pensava lei quel sabato pomeriggio durante il viaggio di ritorno…era stata una giornata pesante, i funerali lo sono sempre, anche se un tiepido sole aveva scaldato un poco l’aria e dato risalto alle bianche cime da poco innevate che si specchiavano nel lago. Negli ultimi giorni si erano sentiti poco, lui aveva dovuto lavorare più del solito, e il poco tempo che avevano per incontrarsi era stato risucchiato inesorabilmente dalle mille piccole cose del quotidiano…
Si erano parlati due giorni prima, tranquilli, pregustando il prossimo appuntamento, la data era fissata, mancava ormai solo una settimana e si sarebbero riabbracciati, come le altre volte, più delle altre volte…
Poi stranamente il silenzio, forse lui non era più riuscito, lei lo aveva aspettato con fiducia, guardando ogni sera quella finestrella muta, quella e tutte le altre in cui avrebbe potuto ritrovarlo, trovare un segno della sua presenza, del suo esserci per lei, non volendo credere che non avesse trovato un minuto per dire ciao, per far apparire un bagliore di quella luce speciale…ma sabato sera doveva esserci, almeno per un saluto.
E lei ci contava.


Sabato sera tutta la stanchezza si faceva sentire, lei era stesa sul divano con il PC in grembo, cercando di accomodarsi sui cuscini al meglio possibile, non poteva non esserci, non poteva non riuscire a farsi sentire, a dire “ciao, sono qui…”

Era tardi, lei stava già per scrivergli, per manifestare la sua angoscia nel non avere traccia di lui, quando ecco, una luce, il suo nome compare in linea, il cuore fa un tonfo, accelera, un calore benefico sale al volto e le scalda l’anima, eccolo, è arrivato, lo sapevo…

>>> Ciao

>>> Ciao

>>> Tutto ok?

>>> No, malissimo…


Il battito del cuore aumenta di nuovo, ma la sensazione è opposta, tetra, un senso di oppressione sale nel petto, il respiro affannoso di lei sembra riempirle improvvisamente la testa e annebbiarle la vista…E intanto il simbolo della bustina che segnala l’arrivo di una nuova mail si illumina in fondo allo schermo, a conferma che qualcosa non va, non è questo il modo normale in cui funzionano le comunicazioni tra loro…

>>> Che cosa è successo???

>>> Ti ho scritto……scusami…vorrei morire…

>>> aspetta…che cos’è? Spiegami, dammi una chiave prima che legga…

>>> Non ce ne sono…

>>> Mi hai lasciato?

>>> Leggi…

>>> Ho paura…

>>> Lo so…mi dispiace…ti amo


Ecco…è andato via. Lei è rimasta con il nodo in gola, gli occhi pieni di lacrime, il cuore che batte forte e una sensazione di vuoto nello stomaco…Comincia a leggere lentamente il testo a cui lui ha voluto affidare la disperata missione di abbandonarla, le parole sono confuse, ad ogni capoverso lei si domanda se riuscirà ad arrivare in fondo, perché le sembra di morire un po’ ad ogni parola…

“Ho cercato tutti i modi possibili per tenerti dentro la mia vita, ho guardato da tutte le angolazioni, ma non ci sono riuscito, non l’ho trovato…Mi odio per farti soffrire…”


E’ un addio…Lei lo rilegge più volte, ogni volta con angoscia crescente, ogni volta sentendosi peggio, ma non ci può credere, non può essere la stessa persona che fino a tre giorni prima le parlava dolcemente al telefono, le prometteva il miele di un altro incontro, il calore delle sue braccia, il mistero dei suoi occhi…Risponde di getto, lei, che altro potrebbe fare?

“Era solo questo il modo??”


Lasciata così, con una mail, lei che aveva letto tante volte nelle sue parole il terrore dell’abbandono, la richiesta di una rassicurazione che mai l’avrebbe lasciato, perché erano parte uno dell’altra, lei che pensava il proprio amore inadeguato alla grandezza del sentimento di lui, che non riusciva a gridarglielo come lui faceva con parole sempre nuove e bellissime, ma che sapeva di averlo dentro, e ci credeva, credeva che non sarebbe mai finito, e mai potesse finire così.

Il sabato dopo era quello dell’incontro, quello che traguardavano entrambi con desiderio; di comune accordo decisero di mantenerlo per parlarsi, chiarirsi, ma non fu come doveva essere, non fu come avrebbe dovuto. La tenerezza e il rimpianto si erano presi il posto delle parole; i baci e le carezze che lui sapeva ultimi, e lei sperava penultimi, avevano occupato il tempo e il cuore come le altre volte, le lacrime calde cadute sui sassi mentre lei stringeva al petto il suo capo avevano testimoniato il travaglio interiore, la lotta di cui lui ora si riteneva vincitore, di cui lei non poteva capire il significato perché il suo cuore ora distrutto non si voleva rassegnare…
“Non posso vivere due vite, non ci riesco” le aveva detto lui in uno dei rari momenti di pausa dalla tenerezza infinita delle sue carezze, guardando un punto lontano…

E’ stato il rimpianto più grande per lei, non aver saputo utilizzare quel pomeriggio, quelle ore tra le sue braccia, avrebbe dovuto dirgli le cose che non era mai riuscita a dirgli, quanto grande era il suo amore, chiedergli se davvero voleva farle e farsi questo, descrivergli le onde impetuose che nel suo petto si infrangevano ora contro quegli scogli di cui tante volte avevano parlato…spiegargli come avrebbero potuto andare avanti, quali erano le soluzioni alternative, quanto lei era disposta a cambiare la sua vita per poter continuare a dare ossigeno a questa unione delle due metà di una stessa anima che probabilmente, come si dicevano sempre, stavano già vivendo insieme in qualche altra dimensione dove niente e nessuno poteva più separarle.
Dentro di sé lei sente, lei sa che lo avrebbe convinto, ma non aver trovato il coraggio per parlare è stato fatale. Tante cose dovevano ancora fare insieme, alcune se le erano promesse, “un giorno ti porterò al mare” le aveva detto una volta, e lei se la coccolava in cuore quella promessa, certa che una delle solite coincidenze, che portavano a loro le occasioni per incontrarsi e realizzare via via i loro sogni insieme, non si sarebbe fatta attendere…

A niente sono valsi i fiumi di parole che ha riversato sulla carta dopo quel giorno, intrise di passione, di dolore, di amarezza e di amore, tanto amore, che lui ormai sembrava non sentire più, deciso com’era a mantenere la sua barca sulla rotta che aveva deciso, come un capitano impavido che procede al timone incurante della furia del mare in tempesta, con l’impermeabile strappato, la pelle bagnata, gli occhi stretti per difenderli dal vento, il fisico provato ma sostenuto dalla mente forte, determinata, inflessibile…
Lui non le ha più concesso nemmeno la sua voce, non ha più voluto che si sentissero, non ha più lasciato sfuggire una sola parola dolce dal suo animo tormentato, nel timore che anche un solo, piccolo cedimento avrebbe potuto aprirgli davanti un solco, e per un attimo farlo vacillare sull’idea di rituffarsi nella sensazione ovattata di essere amato da qualcuno che era così diverso e così uguale, che dava tutto quello che poteva senza chiedere altro che amore, e questo lui aveva deciso di non darglielo più. E stanca di buttare palline contro un muro che più forte tirava più gliele rimbalzava addosso, esausta per lo sforzo di raggiungerlo oltre quella cortina che si era fatto intorno, lei, come una stella cadente, si è lasciata scivolare nel cielo oscuro della propria anima, tracciando la sua caduta con una scia luminosa il cui bagliore si estinguerà lentamente.

Lei, quella di allora, non esiste più, perchè lui non esiste più, e l'una dall'altro traevano la propria ragione di vita.

Com’è difficile rialzarsi, ritrovarsi di colpo sola nella propria vita cercando di recuperare qualcosa di quello che c’era prima, qualcosa che possa dare colore alle giornate, dopo 4 mesi in cui bastava un pensiero, uno solo, per rendere tutto scintillante come una cascata di stelle sul blu scuro del cielo notturno, come i riflessi del sole d’estate su una sorgente di acqua di montagna. Com’è difficile passare attraverso tutti quei piccoli spazi che si erano ricavati via via nella giornata, quelle piccole parentesi di paradiso in cui si potevano confrontare e incontrare, nei modi e nei tempi possibili…
Ora sono altrettanti vuoti, e ognuno rintocca dentro come una campana tetra e inesorabile, a ricordare quello che non c’è più.
Questo pensa lei mentre guida oggi per andare al lavoro, non pensa al percorso, ormai automatico dopo tanti anni, e per questo la sua mente è libera anche se non realmente libera, perché va sempre verso lo stesso punto, si schianta sempre sullo stesso muro.

Com’è difficile restare in carreggiata, ma quanto è grande la soddisfazione di aver vinto contro le proprie pulsioni, contro i sentimenti che ti vogliono portare via, com’è bello poter dire a se stesso “ci sono riuscito anche questa volta, ho fatto la scelta migliore”. Questo pensa lui mentre corre nell’aria frizzante della sera, con il sole che tramonta e i contorni degli alberi scuri che si stagliano sul cielo limpido e freddo, mentre via via che scende il buio le stelle diventano brillanti come tante piccole luci, sempre al loro posto, mentre il mondo cambia sotto di loro, mentre le emozioni, i sentimenti lasciati liberi per un’illusione, vengono ripresi e rimessi in riga, legati alla catena come un cane pericoloso per non permettergli di fare male ad alcuno…

Lui ha intensificato la sua vita, ha deciso di cancellare tutto quanto, come succedeva in un film che aveva apprezzato e consigliato a lei, e che avevano commentato insieme…la cancellazione totale dalla mente di quello che è stato per non avere mai esitazioni, mai il dubbio che ci fosse ancora qualcosa che doveva essere e non è stato, mai la voglia di cercare di nuovo un contatto che possa salvare la vita in un momento di tristezza.

Lei fatica a capire come fare per ritrovare la vita, si sente morta dentro, e questo male interiore si trasforma in male fisico, in lei sono sempre stati molto forti i legami tra il fisico e la mente, se la mente è forte il fisico resiste, se la mente cede sotto l’attacco di un dolore troppo grande, anche il corpo è inerme, vulnerabile, e si lascia solamente vivere, senza combattere.

Ma alla fine della giornata, quando per lui finisce la lotta per aver conquistato un altro giorno senza pensarla, e per lei comincia lo strazio della consapevolezza che lui non l’ha pensata, quando ognuno di loro guarda fuori nella notte, e i loro occhi, gemelli, si perdono lontano nel cielo stellato, mentre il loro cuore sanguina in silenzio per un diritto negato, e le loro menti soffrono per un istante unite nello stesso ricordo, un lampo di luce li porta a guardare lo stesso gigante, Orione, che benevolo si stacca sulla volta celeste e parla ad entrambi di cose troppo grandi per poter essere comprese, di quei desideri comuni ad entrambi che aveva raccolto in una sera d’inverno sulla riva del lago e che ha tenuto da parte per poi restituirli quando il tempo sarà venuto, quando il mare si sarà calmato e l’onda lunga sotto la luce della luna porterà a riva ciò che è abbastanza leggero da galleggiare, lasciando andare a fondo tutto il male che come piombo aveva ingiustamente inquinato le loro anime.

“Ricordati che sei la mia stella”...