venerdì 26 giugno 2009

Risalgo il fiume...


Risalgo il fiume,
calcio sassi per allontanare il ricordo di un brutto sogno,
per scacciare cattivi pensieri.
Cerco la fonte alla quale mi sento d'appartenere,
come se io fossi acqua pura che scende
e, un momento dopo, pioggia che l'alimenta.
Ne sono parte e partecipe
e da essa non posso allontanarmi,
ed esiste solo l'oggi, niente domani nè ieri,
conta che questo momento non passi troppo di fretta,
o che non divenga troppo freddo
e l'acqua ghiacci nella tormenta.
E se scendessero lenti dal cielo fiocchi di neve
saprei aspettare un altro modo, un altro momento
o forse un piccolo raggio di sole
che sciogliendomi mi riporterebbe da lei.
E se venisse il caldo e tutto inaridisse
aspetterei la stagione delle piogge
per parlarle di viaggi lontani,
di come mi manca la sua acqua di cristallo,
di come una piccola goccia di pioggia
si tramuti in fiume
e capisca qual è il suo posto nel mondo.

dedicata a me dal "mio" poeta il 6/6/2008

martedì 23 giugno 2009

Tu il mio Sole, io la tua Stella


"A cosa pensi?"
Lei spostò lo sguardo accorciandone la portata fino a farlo arrivare sugli occhi di lui, che la guardavano con un'aria a metà tra il curioso e il divertito.
"Pensavo...alle stelle"
"Ma è ancora chiaro, non ci sono stelle ora"
"Non è proprio così, amore, ci sono sempre, solo che ora lo splendore del sole ne copre la luce, e non ci permette di vederle..."
Mentre diceva così i pensieri non smettevano di correre nella sua mente. Quante volte capita che un evento, una cosa più urgente, o più importante, nasconda decine, centinaia di altre cose che hanno sì la loro modesta importanza, ma che scompaiono dietro ad un alone di luce più potente...E allora per noi è come se non ci fossero più, sono sempre lì, soltanto che non le vediamo...Ma quando il sole tramonta, quando la luce più forte si affievolisce fino a venir meno, eccole le piccole stelle, che timidamente si fanno rivedere, con la loro tremula fiammella che non ha mai smesso di brillare. E ci fa quasi piacere, vedendo quelle tenere lucine, poter riposare un po' gli occhi dalla luce accecante dell'astro principale, quello che sì, ci permette di vivere, ma che a volte ci abbaglia, e ci scalda più di quanto vorremmo.
Lui ora guardava lontano, rifletteva sulle parole di lei, e intanto si godeva il cielo che cambiava lentamente colore per il calar del sole.
Lei si avvicinò a lui fino ad avvertirne il calore, e lasciando sfuocare lo sguardo disse:
"E' come il tuo amore per me..."
"In che senso?" chiese lui con un filo di stupore
"Nel senso che ci sono stati eventi nella tua vita talmente grandi, talmente importanti, che si possono paragonare al sole, ed il tuo amore per me, che pure non si è mai spento, è la lucina di una timida stella...tenace, ma non abbastanza forte perchè tu la veda sempre. Solo quando la tua vita ti dà tregua, rallenta un po', allora torni a vedere quella luce, torni a vedermi..."
"Vieni qua, stellina..." disse lui passandole un braccio intorno alle spalle.
Lei continuò assorta nel suo ragionamento:
"E invece per me è un po' il contrario...Vedo il mio amore per te come una cosa talmente grande, una luce talmente potente, che spesso mi sembra che non ci sia nient'altro, nella mia vita, tanto da temere che se questa luce dovesse spegnersi la mia anima possa restare al buio...e invece dovrei vedere le piccole stelle che sicuramente ci sono, e brillano...ma per me questo sole non si spegne, mai..."
Si lasciò abbracciare volentieri, per un lungo minuto, il sole era ormai calato.
Gli diede un bacio, leggero, e gli sussurrò all'orecchio: "E' proprio così, tu sei il mio Sole, ed io la tua Stella..."
Lui schiuse le labbra in un dolcissimo sorriso, quasi involontario.
Chiusero gli occhi entrambi per un attimo per sentirsi tutt'uno, per immaginarsi soltanto luce.
Poi si alzarono, si scambiarono un lungo abbraccio, e si allontanarono in direzioni opposte.